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Ti scrivo questa lettera, la mia ultima lettera.

Sì, hai capito bene, perché non credo di riuscirci più.

Ho intenzione di mollare.

Questo ragazzo moro piange davanti allo specchio
e non trova nessuno dietro di sé che gli dice

"ehi oggi sei maledettamente bello"

MICHELE RUFFINO, 17 ANNI

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CREDITI

Sono Solo nella Stanza Accanto

regia Giacomo Ferraù
drammaturgia Tobia Rossi
 

con Edoardo Barbone e Eugenio Fea
 

assistenti alla regia Ilaria Longo, Giulia Viana
 

realizzazione scene e disegno luci Giuliano Almerighi
paesaggi sonori Danilo Randazzo

organizzazione Elisa Binda


Coproduzione Eco di fondo / Caterpillar
ringraziamenti Campo Teatrale e Teatro Elfo Puccini per l’ospitalità

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SINOSSI

Sono Solo nella Stanza Accanto

Due gamer adolescenti iniziano a sospettare che un loro compagno di gioco on line, assente da qualche giorno, sia il ragazzo suicida di cui parlano tutti i media.
Il dubbio fa precipitare i due ragazzi in un vortice da cui emergono solo confessando bugie, paure, desideri e segreti indicibili ma anche scoprendo un contatto più intimo e diretto con l’altro, pur non essendosi mai visti, protetti dagli avatar e da un mondo virtuale che si rivela mostruosamente simile a quello reale.

 

Un racconto dolceamaro di crescita e scoperta di sé che riflette non solo sulla piaga sociale del bullismo, ma su ombre e contraddizioni del nostro presente.

 

Lo spettacolo si ispira ad un recente fatto di cronaca italiano.
Il 23 febbraio 2018 il diciassettenne Michele Ruffino si getta da un ponte nei pressi di Torino. Il ragazzo, affetto da una lieve disabilità fisica, veniva definito dai compagni di scuola 'storpio', 'zoppo', 'sfigato'.

Le umiliazioni, le continue vessazioni, le torture psicologiche hanno alimentato le fiamme del palazzo della sua esistenza, fino a renderlo invivibile.

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P7010144 ph. Umberto Terruso.jpeg

IL PROGETTO

Sono Solo nella Stanza Accanto

"Sono solo nella stanza accanto" nasce dalla necessità di indagare quelle dinamiche sempre più frequenti tra giovani e giovanissimi che spesso si risolvono in atti di violenza autoinflitta da parte delle vittime, sino ad arrivare al gesto estremo del suicidio.


Durante la fase adolescenziale i rapporti interpersonali non sono sempre facili.
Spesso si viene a creare una dinamica che ha come fuochi una “vittima” e un “violento” e questo squilibrio di forza/potere nella relazione si traduce in insulti, scherno e aggressioni, che possono essere di natura fisica, verbale o virtuale, data la continua evoluzione dei mezzi di comunicazione.

 

L’obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico su questo tema, partendo da un fatto di cronaca italiana, in modo da allarmare la comunità e non deresponsabilizzare i colpevoli quando si verificano eventi di questa natura.

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