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ARGONAUTI E XANAX

di

Daniele Vagnozzi
 

Con Luigi Aquilino, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Pietro De Nova, Eugenio Fea, Ilaria Longo, Daniele Vagnozzi
 

Regia di Daniele Vagnozzi
Assistente alla regia Noemi Radice
Assistente alla drammaturgia Valentina Sichetti

 

Scenografie e costumi Gaia Carmagnani
Paesaggi sonori Danilo Randazzo
Organizzazione Camilla Ambrosini, Carlotta Spitaleri

 

Produzione Compagnia Caterpillar
Con il sostegno di Next Laboratorio delle idee 2022 Regione Lombardia

e Con patrocinio dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia
Nell'ambito della residenza al Teatro Filodrammatici di Milano
Con il sostegno di Fondazione della Comunità Monza e Brianza Onlus, Progetto Youth Bank
Con il sostegno di Teatro Binario 7
Progetto scuole in collaborazione con Jonas Monza e Brianza Onlus
presso il Liceo Statale “Carlo Porta” di Monza
Si ringrazia Zone Libre - Azioni di sostegno alla creazione contemporanea di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo

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SINOSSI

Argonauti e Xanax

In tempi come questi l'ansia è come l'aria, è l'habitat naturale delle nostre vite, la premessa che non vedi, la conditio sine qua non.

E anche quando non ne parli, ne parli.
 

Nel poema epico “Le Argonautiche”, Apollonio Rodio narra di giovani eroi salpati alla ricerca di un tesoro inestimabile: il Vello d’oro.

Oggi, però, i giovani Argonauti sembrano non salpare mai, come bloccati in un inverno perenne che non lascia intravedere la stagione delle partenze.

 

Sette ragazzi, ex compagni di liceo, si ritrovano per risolvere il mistero di un amico: Marco, il più brillante e ambizioso di loro, da anni all’estero, è finalmente tornato in città, ma si è chiuso in casa e non vuole saperne di uscire.

Sarà così che il gruppo, come una vera squadra di salvataggio, proverà a fare breccia nella fortezza in cui è rinchiuso, fino a scoprire che le mura che imprigionano l’amico sono quelle dell’ansia e degli attacchi di panico.
 

Secondo l’OMS, sono milioni le persone che, oggi, si trovano imprigionate da queste mura.

Mura che la Pandemia non ha fatto altro che rendere più inespugnabili.
 

Come milioni di persone in tutto il mondo, Marco cercherà di scavalcare queste mura contando solo sulle proprie forze fino all'arrivo di Sara, l'unica che, con i suoi strani capelli ed il suo Xanax, riuscirà a mostrargli una possibile via di fuga.

I due condivideranno le proprie paure in un vortice di amore e patologia che li porterà a rischiare la vita costringendo gli altri ad un ultimo e disperato salvataggio.
 

Mitologia e attualità si mescolano in "Argonauti e Xanax", un viaggio avvincente nel nostro presente sospeso tra paura del futuro e sogni, legami e isolamento, un presente in cui
è facile perdere la rotta senza lavoro di squadra. Un vero e proprio thriller teatrale sulla nuova era, quella dell’ansia.

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NOTE di REGIA

Argonauti e Xanax

"L'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere." Così Milan Kundera affermava nel suo libro "La Lentezza" e oggi, a distanza di anni, il futuro sembra diventato il tema dei temi. Chi di noi sarebbe in grado, infatti, di "affrancarsi dal futuro", di smettere di pre-occuparsi del lavoro, degli affetti, della situazione globale, del domani?

È un sentire comune: il futuro è più una preoccupazione che una promessa.
 

È evidente che la parola "ansia", oggi, fa parte del nostro dizionario quotidiano e quasi ognuno di noi sa, per esperienza propria o di amici e conoscenti, cosa sia un ansiolitico, un tranquillante o un attacco di panico. È normale per noi pensare agli anni che ci aspettano con un piccolo e inconfessabile timore nel cuore. Sono problemi che viviamo ogni giorno ma di cui parliamo poco. Il motivo? Paura.
 

Ma cos'è la paura? La paura è questo cane che si morde la coda e che più morde più ha fame, in un cerchio senza fine.
A meno che non smettiamo di mordere e rompiamo il cerchio, a meno che non si tenti di vincere l'ansia di ciò che verrà, il terrore di una prossima pandemia o di un altro insuccesso personale, con l'unica cosa che abbiamo sempre a portata di mano, il presente. E il presente è una pianta che si coltiva con qualcuno, mai da soli.

 

Argonauti e Xanax è il piccolo ma feroce tentativo di coltivare questa pianta, lo sforzo di una giovane compagnia di non arrendersi, di riprendersi il futuro, nel modo in cui gli antichi ci hanno insegnato. Insieme.
 

Daniele Vagnozzi  

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IL PROGETTO

Argonauti e Xanax

SCUOLE

Gli studi scientifici ci mostrano che i problemi legati al giudizio sociale, all'ansia da prestazione e ora anche all'isolamento e alla didattica a distanza rendono gli adolescenti sempre più vulnerabili e disarmati.

 

Crediamo fortemente nel potere trasformativo del teatro,
della visione e della parola, cose che ci accomunano al viaggio trasformativo della terapia psicologica e psicanalitica, ed in particolare al percorso di Jonas, Onlus fondata dallo psicanalista Massimo Recalcati, e dai suoi psicologi e psicoterapeuti, da sempre attenti e dediti ai "sintomi contemporanei".

 

Abbiamo dunque voluto portare il progetto "Argonauti e Xanax" nel Liceo Statale "Carlo Porta" di Monza organizzando una serie di incontri tra attori, psicologi e studenti sul tema "ansia e panico" in collaborazione con Jonas Monza e Brianza Onlus e Teatro Binario 7.
Il progetto, sostenuto dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza grazie al bando "Youth Bank - I giovani per la comunità 2019", ha come punto di arrivo proprio la messa in scena dello spettacolo "Argonauti e Xanax" al Teatro Binario 7 di Monza.


Alla fine di questo lavoro con i ragazzi siamo stati noi ad aver imparato molto, abbiamo dunque deciso di raccogliere i loro pensieri per farne una drammaturgia che potete leggere e ascoltare QUI

SOCIAL

Un progetto che vuole parlare di giovani e ansia non poteva esimersi dallo scendere nell'arena reale dove le persone ogni giorno combattono la loro battaglia con il confronto sociale e l'ansia del giudizio, i social network.

Per questo abbiamo deciso di sensibilizzare e accendere il
dialogo su ansia e panico, esponendoci per primi sul tema attraverso la nostra pagina Instagram.

 

Abbiamo dato vita ad una rubrica dal titolo

"Dicono di me - se l'ansia sapesse cosa dicono di lei", raccogliendo e condividendo versi di canzoni, scene di film, interviste di personaggi celebri che parlano direttamente e senza peli sulla lingua di questi argomenti.
 

La rubrica, rappresentata dalla mascotte "Ansietta", si è poi evoluta in "Dicono di me - L'intervista", un format in cui i Caterpillar intervistano giovani psicologi e psicologhe su temi
quali "ansia e adolescenza - il nuovo mondo della d.a.d.", "ansia ed evitamento", "ansia da prestazione: performance e social network" e "ansia, sintomo nel mondo contemporaneo".

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